A week in London #3
Greenwich Mean Time is a still flower in the wind
Everything flows
Greenwich Mean Time is a still flower in the wind.
Everything flows.
The Thames describes a slow curve.
In Brixton the walls tell of the fruit stalls and the music that only God hears.
People cross the street in a hurry, they can’t afford any more wasted opportunities.
And loneliness, the real kind, is an enchanted hand that you only realise the next day.
Greenwich Mean Time is a still flower in the wind.
Direct Line is emptying.
The blonde writer looks around, takes notes.
I try to do the same.
Her dress is blue, barely moving when the sliding doors open.
And I write about her as she, who knows, writes about me.
This is what we all do, write about each other, with kindness, hopefully.
And time is a mirror built on myriads of shattered mirrors.
Greenwich Mean Time is a still flower in the wind.
What happens in the world is not about it, it just has to be true to itself.
To be humble and regal.
And we try to resemble it a little.
Because the world asks nothing of us but to persist in marking our time.
L’ora di Greenwich è un fiore immobile nel vento.
Tutto scorre.
Il Tamigi descrive una curva lenta.
A Brixton i muri raccontano delle bancarelle di frutta e delle musiche che solo Dio ascolta.
La gente attraversa la strada di fretta, non può permettersi altre occasioni sprecate.
E la solitudine, quella vera, è una lancetta incantata di cui ti accorgi solo il giorno dopo.
L’ora di Greenwich è un fiore immobile nel vento.
La Direct Line si svuota.
La scrittrice bionda si guarda attorno, prende appunti.
Io provo a fare altrettanto.
Il suo vestito è azzurro, si muove appena quando le porte a scorrimento si aprono.
Ed io scrivo di lei come lei, chissà, scrive di me.
In fondo facciamo tutti così, scriviamo gli uni degli altri, con gentilezza, si spera.
E il tempo è uno specchio costruito su miriadi di frantumi di specchi.
L’ora di Greenwich è un fiore immobile nel vento.
Ciò che avviene nel mondo non la riguarda, deve essere solo fedele a sé stessa.
Essere umile e regale.
E noi cerchiamo di somigliarle un poco.
Perché il mondo non ci chiede altro che di ostinarci a segnare la nostra ora.
